Rubin promuove il PSG: «Abbiamo dimostrato il nostro valore»

La Figc ha chiuso ufficialmente la stagione per gli effetti del covid-19 e la squadra del tecnico Calamita è rimasta al comando della Seconda categoria. Il bilancio del capitano è all’insegna dell’entusiasmo: «Il calcio non dipende della categoria, siamo stati bravi a superare rivali più attrezzate con tanti giovani e un gioco di qualità. Il segreto? Il sorriso dei giocatori più esperti ad ogni ripresa degli allenamenti»

La Figc ha decretato la chiusura anticipata dei campionati dilettantistici. L’effetto coronavirus ha così spezzato molte storie sportive altrimenti destinate a un finale a lieto fine. Tra queste, c’era anche l’avventura del PSG nel campionato di Seconda categoria, condotto a gran ritmo dalla squadra del tecnico Maurizio Calamita che è rimasta al comando del suo girone fino allo stop (qui la classifica), evidenziando un grande gioco e tante annotazioni positive. Una squadra costruita su ragazzi in molti casi anche allenatori delle giovanili: e spesso tra il pubblico c’erano proprio i bimbi delle loro squadre a fare il tifo. Una squadra che domenica dopo domenica ha dato ampio spazio ai ragazzi della Juniores fino a trarre forza da loro stesso entusiasmo.

Capitano e leader del gruppo, un giocatore fuori categoria come Gian Luca Rubin, ex difensore centrale della Juventus Primavera, campione a Viareggio nel 2012 e finalista per lo scudetto Allievi 2010 con Stefano Guidoni in panchina. È lui che traccia il bilancio di fine stagione anticipata.

Il nostro capitano Gian Luca Rubin, 27 anni, prima del match con il Moncalieri

Gian Luca, promozione sospesa ma avete chiuso la stagione al primo posto e senza sconfitte. Siete comunque soddisfatti?

«È stato un grande risultato aver conquistato e tenuto la vetta, anche se è un peccato non aver avuto la possibilità di arrivare fino in fondo. Ce la saremmo meritata per tutto l’impegno che ci abbiamo messo dal 20 agosto in poi. Certo, non è detto che avremmo vinto il campionato, ma intanto avevamo dimostrato che il PSG poteva stare lassù, che contro squadre più forti e con più giocatori di categoria, eravamo stati all’altezza anche schierando tanti giovani e tirando fuori la miglior qualità».

I festeggiamenti della prima squadra dopo una delle tante vittorie, con Rubin in prima fila

Il duello contro Frassineto è stato vibrante, proprio domani (domenica) sarebbe stata in programma la sfida di ritorno, in trasferta…

«All’andata è stata una partita dal nostro punto di vista bellissima, con due reti in rimonta che ci hanno permesso di vincere quello scontro diretto e di arrivare fino allo stop primi e imbattuti».

A Chieri una vittoria sofferta, ricordi?

«Sì, però è anche vero che il nostro portiere, Luca Salvalaggio, dopo il gol subito al secondo minuto della ripresa su palla inattiva, non ha corso altri rischi. Noi dopo lo svantaggio ci siamo rimessi a giocare come sempre e abbiamo raccolto occasioni su occasioni. Li abbiamo messi sotto pressione, fino a trovare due reti in dieci minuti».

È emersa una forte rivalità, frutto forse di due diverse visioni del calcio…

«Il calcio è lo sport più bello perché ogni punto di vista è rispettabile. Finché abbiamo giocato la nostra è stata una stagione intensa e bellissima, grazie anche al valore di squadre come la Pastorfrigor».

Rubin in maglia bianconera e fascia da capitano contro la Fiorentina

Che cosa accadrà adesso? E se il PSG dovesse restare in Seconda categoria?

«Non ne faremo un dramma, il calcio non dipende dalla categoria come qualcuno pensa. Noi lo abbiamo dimostrato. Devo ringraziare tutti i compagni e ogni persona che ha contribuito a farci stare così bene. Grazie anche agli avversari che ci hanno regalato gli stimoli per dare il massimo: siete stati straordinari, senza di voi questo campionato non sarebbe stato lo stesso».

I giovani hanno con conquistato la prima squadra e i più esperti si sono adeguati, il gruppo è rimasto forte. Un piccolo miracolo?

«Sì, è stato uno dei segreti delle vittorie. Chi non giocava e doveva fare spazio ai ragazzi, al martedì in allenamento aveva comunque il sorriso sul volto».