PSG verso la Prima categoria con un vero bomber!
La squadra di Calamita prepara il primo test ufficiale in Coppa (domenica) e scopre in attacco la novità Luca Arena: «Sorpreso dall’alto livello di competenza e organizzazione che ho trovato qui a Pino»
Un vero bomber per affrontare il nuovo campionato di Prima categoria. Un bomber come Luca Arena. La squadra di Maurizio Calamita, promossa al termine della scorsa stagione nel campionato di Prima categoria, ha messo a segno sul (difficile) mercato condizionato dal Covid, il colpo di cui aveva esattamente bisogno: un attaccante capace di concretizzare la grande quantità e qualità di gioco espressa mediamente dal PSG in ogni partita. Anche se lui non è esattamente un centravanti: «Ho sempre giocato più come seconda punta, però di gol ne ho fatti comunque».
Luca Arena, come altri protagonisti al PSG, ha trascorsi nel calcio che conta. «Ho giocato assieme a Gian Luca Rubin nella Primavera della Juventus. La ricordo come un’esperienza molto importante, fondamentale per la mia crescita». Come frequentare un’università di prestigio, certi insegnamenti ti rimangono dentro. E fanno la differenza: «Non è tanto una questione tecnica – dice Arena – quanto comportamentale. Chi è passato da certe esperienze, in campo saprà sempre comportarsi. Mai andare oltre le righe, mai prendersela con l’arbitro, rispettare sempre gli avversari…». Tutte regole che al PSG rappresentano la base di tutto. «Infatti sono molto contento di essere qui. Me l’avevano detto, ma non credevo di trovare un livello di professionalità così alto».
Dopo gli anni da grande promessa a Torino, il ritorno a Napoli, la sua città, stavolta nella Primavera azzurra. Che cos’era, nostalgia di casa e del mare? «Questioni di cuore… C’era una fidanzata», svela Luca. Che spiega anche perché il calcio d’elite sia rimasto per lui una chimera: «Tre infortuni ai legamenti crociati del ginocchio, uno dopo l’altro». Un po’ come accaduto nei giorni scorsi in Nazionale al romanista Zaniolo? «Forse anche peggio, perché io non avevo neanche fatto in tempo a rientrare in campo. Il secondo infortunio mi è capitato mentre facevo la rieducazione in palestra…».
Luca ci ha messo quasi due anni prima di ripartire. Ma la passione per il calcio è rimasta sempre la stessa. E lo sostiene ancora oggi che continua a giocare tra i dilettanti: «È un fuoco che resta acceso, la categoria non conta davvero. Ho sempre e comunque trovato realtà dove ci fossero motivazioni e organizzazione. Quando Stefano Guidoni mi ha chiesto se volevo venire al PSG, non ho avuto dubbi».
Luca ha già capito quale sia la filosofia del club: «Quando vedi uno come Guidoni, che ha giocato in A e ha segnato tanti gol in carriera, insegnare calcio tutti i giorni in campo in mezzo ai ragazzi, non puoi non rimanere impressionato». Per quanto riguarda l’entusiasmo di riaffrontare le partite, dipende anche dal ruolo: «Per un attaccante è qualcosa di speciale. Vivi per il gol, hai bisogno di scendere in campo per segnare, per trovare conferme». Forse il PSG è il posto giusto: «Mi hanno detto che l’anno scorso creavano tante occasioni ma trovavano pochi gol. Spero di poter portare il mio contributo. Per adesso sono entusiasta dello spirito di squadra e anche della qualità del gioco, davvero molto alta. Due tocchi e tanta organizzazione, una cosa rara. Merito dell’allenatore e dei ragazzi, mi trovo già benissimo».
Benvenuto al PSG!